Ancora dubbi sulla necessità di dotare le aule di sistemi di ventilazione.
Il ministero della Salute ha trasmesso a viale Trastevere il parere tecnico per l’emanazione delle linee guida per la ventilazione delle aule. Il rapporto fa genericamente riferimento ai ricambi d’aria suggeriti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, ma non dà alcuna disposizione specifica che possa essere di chiara indicazione agli enti locali e alle scuole per l’esecuzione. I problemi denunciati un anno fa da genitori, insegnanti e dirigenti scolastici sono sempre gli stessi: la scarsa chiarezza sull’utilizzo delle mascherine, il sovraffollamento delle classi, la mancanza degli insegnanti, le indicazioni poco chiare sui test e il tracciamento per gli studenti, le capienze sui mezzi di trasporto, i mancati investimenti sugli impianti di ventilazione.
Già qualche settimana fa i presidi avevano lamentato una situazione di stallo per settembre, che non sembra affatto cambiare nel corso delle settimane. Si sperava di ottenere indicazioni che prendessero in considerazione mezzi tecnologici moderni per areare le aule e limitare l'uso delle mascherine per i ragazzi. Le tanto attese Linee Guida del governo però, non escludono la necessità di utilizzare i sistemi di ventilazione in contemporanea alle mascherine. Queste, infatti, non danno per certa che la sola installazione di questi sistemi sia sufficiente a fermare il contagio nelle aule scolastiche: in più punti del documento si chiarisce che i dispositivi di areazione non sostituiscono gli strumenti standard di sicurezza (mascherine e distanziamento). Dunque il prossimo sarà, molto probabilmente, il terzo anno scolastico di fila senza sistemi di ventilazione automatici e con mascherine, con un impatto pesante sulla socialità, sull’apprendimento e in generale sullo sviluppo emotivo e psicosociale.
Bisognerà attendere la fine di agosto per capire quale sarà il quadro epidemiologico del nostro Paese e se questo consentirà più libertà o ancora restrizioni. Nel documento dell’Istituto Superiore di Sanità si fa riferimento alla responsabilità dei presidi, chiamati a valutare e scegliere i dispositivi migliori: un compito complicato, soprattutto senza avere certezze sull’efficacia dei dispositivi. Per quanto riguarda la DAD i dirigenti dicono “no” alla sua reintroduzione se non per casi eccezionali legati ai contagi. Almeno su questo punto, tutti sembrano concordi nel voler evitare per quanto possibile il ritorno delle lezioni online.