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mobilità post covid

Dopo la pandemia covid sono rimati in pochi a fidarsi dei mezzi pubblici visto che anche dopo l’aumento della capienza di bus e treni ancora oltre 8 italiani su 10 preferisce il mezzo privato.

Dopo questa esperienza molto è cambiato, a cominciare dal modo con cui ci spostiamo. Questo è ciò che emerge da dal primo sondaggio di Ipsos-Legambiente sulla ripartenza del Paese dopo la Pandemia presentato in occasione della nascita dell’Osservatorio sugli stili di mobilità degli italiani. Il campione è di 1.000 interviste nel territorio nazionale e 300 a Milano, Roma, Napoli e Torino. Dopo il lockdown, è aumentata la percentuale di chi predilige spostarsi con la propria auto, spinto in gran parte dalla paura del contagio da coronavirus causato dall’inevitabile affollamento dei mezzi. Distanziamento, areazione e sanificazione hanno provocato una diffusa paura collettiva e in città autobus, tram, metropolitane e treni regionali sono al 70-80% della capienza. La pandemia ha avuto ripercussioni anche sul lavoro. Non si va più tutti i giorni in ufficio (il 15 ottobre è iniziato un percorso di graduale rientro dei dipendenti della Pa), soprattutto nelle grandi città del Nord: se prima 3 lavoratori su 4 si recavano quasi tutti i giorni sul posto di lavoro, oggi resta a casa il 69% e domani probabilmente sempre più spesso non torneranno sul posto di lavoro. È cresciuto in città l'uso della bicicletta a pedalata assistita e soprattutto del monopattino, sia proprio che in sharing. Da questo punto di vista molto importante sono state le nuove politiche di mobilità tra servizi di sharing mobility. La novità nella sharing mobility sono i monopattini elettrici: nel 2020 l'Osservatorio Sharing Mobility contava 120 servizi di micromobilità, quattro spostamenti su 10 in condivisione, anche nelle regioni del sud e nei centri minori.